Padiglione Breda, Fiera Internazionale di Milano, 1952
Autore
Luciano Baldessari
Descrizione
Il Padiglione Breda del 1952 è il secondo di una serie di padiglioni realizzati da Luciano Baldessari in occasione di diverse edizioni della Fiera Internazionale di Milano (1951-1959).
Baldessari affronta il tema del Padiglione Breda del 1952 - “La Breda ieri una, oggi unitaria” - progettando una astratta forma plastica che è oggi considerata uno dei suoi capolavori: una gigantesca coclea si apre verso l’alto fino a raggiungere la quota di 18 metri.
Le parole di Baldessari descrivono con grande espressività lo spirito del progetto: “Abbandonati gli assi ortogonali classici dell’architettura concepii nella Bellezza delle parabole, delle iperboli, delle concoidi. E così pensai ed inventai questa gigantesca scultura esaltante liricamente il nostro mondo! Una scultura di ardimentose ed armoniose curve capace pertanto di smentire il peso della materia. Abbandonai volutamente la retorica dei fotomontaggi, delle didascalie, per arrivare ad un’espressione di linguaggio più sano, più virile, ricco di purissime forme”. (L. Baldessari, MART)
La forma della coclea è anche un omaggio ad Alberto Martini ed al suo Tetiteatro (1923): “Il lavoro di Martini mi ha suggerito l’idea di fare un teatro sull’acqua e ha dato il nome al mio. Ma non aveva niente a che fare con la costruzione, con la messa in scena di Martini; né col suo stile liberty. L’acqua l’avevo già lì [...], non avevo che da metterci dentro una piattaforma sulla quale avrei innestato il teatro.” (R. Buriassi, Alberto Martini - Luciano Baldessari. Il Tetiteatro 1923-1952, tesi di diploma, Accademia di Belle Arti di Brera, A. A. 1980-1981, s.p.) [A.C.C.]
Baldessari affronta il tema del Padiglione Breda del 1952 - “La Breda ieri una, oggi unitaria” - progettando una astratta forma plastica che è oggi considerata uno dei suoi capolavori: una gigantesca coclea si apre verso l’alto fino a raggiungere la quota di 18 metri.
Le parole di Baldessari descrivono con grande espressività lo spirito del progetto: “Abbandonati gli assi ortogonali classici dell’architettura concepii nella Bellezza delle parabole, delle iperboli, delle concoidi. E così pensai ed inventai questa gigantesca scultura esaltante liricamente il nostro mondo! Una scultura di ardimentose ed armoniose curve capace pertanto di smentire il peso della materia. Abbandonai volutamente la retorica dei fotomontaggi, delle didascalie, per arrivare ad un’espressione di linguaggio più sano, più virile, ricco di purissime forme”. (L. Baldessari, MART)
La forma della coclea è anche un omaggio ad Alberto Martini ed al suo Tetiteatro (1923): “Il lavoro di Martini mi ha suggerito l’idea di fare un teatro sull’acqua e ha dato il nome al mio. Ma non aveva niente a che fare con la costruzione, con la messa in scena di Martini; né col suo stile liberty. L’acqua l’avevo già lì [...], non avevo che da metterci dentro una piattaforma sulla quale avrei innestato il teatro.” (R. Buriassi, Alberto Martini - Luciano Baldessari. Il Tetiteatro 1923-1952, tesi di diploma, Accademia di Belle Arti di Brera, A. A. 1980-1981, s.p.) [A.C.C.]
Disegni, plastici e fotografie
POLIMI: 4 | CASVA: 5 | MART: 35
Documenti e carteggi
POLIMI: 0 | CASVA: 0 | MART: 15
Rete degli attori
Visualizza la reteCollaboratore/i
Erminio Grosso
Giuseppe Dal Monte
Marcello Grisotti
Costruttore/i